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Un viaggio in Giappone, per un convegno di psichiatria, diventa per Elio Rovellani un percorso tra le molteplici versioni, e visioni, del mito di Orfeo e Euridice, tra bisogno di sapere e tabù; una ricerca della salvezza di fronte alla morte, di fronte all'assenza definitiva e senza rimedio. Parallelo al sentiero di Elio si snoda il cammino della moglie, che parte dall'ultima, estrema, scelta e arriva alla fine inenarrabile, passando attraverso gli aldilà da tutte le religioni rappresentati. Tra oniriche discese agli inferi e surreali dialoghi tra un padre maldestro e una bambina dagli occhi seri, tra la rinuncia alla vita e l'invenzione di un appiglio, scorre la storia di una fuga e di una vittoria. Marco Montanari trova nel linguaggio scarno e fine l'intelligenza per legare i due cammini con un filo resistente di riferimenti sottesi, allusioni e rimandi, una costruzione di pensiero che, dalla distanza delle situazioni iniziali, arriva alla geniale, terribile, decisione finale, quando Orfeo confuso realizza la soluzione. E non si volta indietro a guardare il volto dell'amata.